venerdì 24 novembre 2017

NON APRITE QUEL TUBO!

Claudio Di Biagio, ,nostro ospite il prossimo 11 Dicembre, ci perdonerà se lo abbiamo citato per andare a caccia degli youtuber più geniali del momento.

Punzecchiare è uno sporco lavoro ma qualcuno dovrà pur farlo, ma i LifeinPills hanno preso fin troppo alla lettera i dettami della mosca Tze, Tze.
Se alla laurea di vostra figlia, di vostro nipote o della vostra ragazza, dovesse capitare di imbattervi in due loschi figuri in abbigliamento finto-casual con un paio di lenti azzurrate rigorosamente puntate sul naso, sappiate che sono loro: Enzo & Mario il nuovo incubo delle sedute di laurea made in Università degli Studi di Salerno.
Il loro nuovo format "Gli imbucati alle lauree" è online con il primo episodio già dallo scorso mercoledì e promette scintille tra padri orgogliosi, fiori rubati e professori.. arrabbiati!
Restate in ascolto perché è vero, con questa nuova creatura ci avevano promesso più ignoranza che mai, ma siamo solo all'inizio

Valeria Angione, la donna degli evidenziatori

Se alla caciara delle sedute di laurea preferite i pomeriggi da studente disperato tutto batti le mani, schiocca le dita, senza una laurea tutta la vita, la youtuber che fa per voi è Valeria Angione.
Si, quella con gli evidenziatori in testa che quest'estate ha tirato fuori un tormentone che "Despacito" fa ombra.
Tra i personaggi più riusciti di Valeria, il truzzo baffuto tutto cliché con cui la nostra eroina si scontra tutte le volte per spiegare l'utilità di alcune facoltà, ma è impossibile anche dimenticare il cameo di Salvatore Esposito, meglio conosciuto come Gennaro Savastano di Gomorra, in un video in cui Valeria era disperatissima all'idea di non poter cambiare il piano di studi...
V ricordate quale materia a Valeria proprio non va giù?

E il lavoro?.... Chiedetelo ai The Jackal!

Si... lo so cosa state pensando: "che scansafatiche, che si trovassero un lavoro!"
Beh, sappiate che i nostri ci provano a mettere la testa apposto e sono pronti, si, anche a costo di dover andare su un altro pianeta, com'è è successo ai The Jackal nel loro primo film "Addio Fottuti Musi Verdi".

domenica 19 novembre 2017

Le 5 Canzoni che raccontano Beppe Carletti a #DLIVEMEDIA

Grande successo per l'incontro dello scorso 16 Novembre: Beppe Carletti si è raccontato a DLIVEMEDIA "con un piede nel passato e lo sguardo dritto, aperto nel futuro"

E' difficile raccontare con le sole parole cinquantacinque anni di storia, successi, gioie e dolori.
Servirebbe entrare dentro le emozioni di ogni persona che componeva l'attento ed emozionato pubblico che ha salutato con fervore l'arrivo di Beppe Carletti all'Università degli Studi di Salerno.
Siamo umani e, per quanto infallibili possiamo crederci, non abbiamo ancora inventato uno strumento capace di guardarci dentro. O forse sì, ma non ne siamo del tutto consapevoli: La musica. Ed è con la musica che voglio raccontarvi l'emozione di aver avuto lo storico fondatore dei Nomadi a DLiveMedia.

Beppe Carletti a DLiveMedia: 5 Canzoni che raccontano un'emozione

Ogni cantante ha quella canzone del suo repertorio che vorrebbe non cantare più, ed i Nomadi non fanno eccezione: "La canzone che vorrei non cantare più è Canzone per un'amica" racconta Carletti "E' una canzone che Francesco Guccini ha scritto per una sua amica morta a causa di un'incidente in autostrada. Anche questa fu censurata, perchè all'epoca a qualcuno dava fastidio sentirsi dire che le Autostrade sono pericolose".

I Nomadi e la censura, lo strano caso di "Dio è morto"

La canzone del 1967, subisce uno strano destino. Viene censurata dalla Rai, ma trasmessa da Radio Vaticana. A chi gli chiede se l'Italia sia rimasto un Paese moralista, Beppe risponde: "Non credo, altrimenti buona parte delle canzoni di oggi non troverebbero spazio in radio".

Beppe Carletti: "Si può parlare d'amore anche senza dire amore"

"Ho difeso il mio amore" è una canzone particolare, perchè è l'unica, nel repertorio della band emiliana ad usare esplicitamente nel testo la parola amore.
Il pezzo è una cover del successo dei The Moody Blues "Nights White Satin", e la scelta di una parola oggi così abusata è spiegata da Carletti con mere ragioni di metrica:
"Si può parlar d'amore anche senza dire amore. E poi l'amore non è mica solo quello per un partner. Può essere quello per un amico, un familiare, un fratello..."

Per Beppe Carletti l'importante è crederci

Ho già scritto altrove che il nuovo album dei Nomadi, "Nomadi dentro", suona di speranza. La speranza di ricostruire che parte proprio, quasi fosse una vibrante assunzione di responsabilità. dal giovane uomo che campeggia sulla cover con l'Europa disegnata sul petto. A lui spetta coniugare il verbo più difficile: Ricostruire.

"A che punto è dunque la Ricostruzione?" chiedo a Beppe che mi spiazza e risponde: "Io ci credo ancora. I Nomadi sono sempre stati ottimisti,  dovremmo esserlo tutti".

Ed a proposito di ricostruzione, non si può non citare quel poderoso progetto di cui Carletti è stato portabandiera nel 2012 all'indomani del terremoto che ha colpito l'Emilia Romagna: "Italia Loves Emilia", un progetto che ha visto coinvolti 13 artisti che hanno dimostrato, a muso duro, che la solidarietà non è qualcosa di accidentale.


RICCARDO
MANFREDELLI






mercoledì 15 novembre 2017

#DLIVEMEDIA IRROMPE NELLA FICTION ITALIANA

Periodo d'oro per le fiction targate Rai, da "La Strada di casa" a "Sirene" molti sono i titoli che vedono coinvolti alcuni apprezzati ospiti della nostra kermesse



Ha espresso enorme soddisfazione Tinni Andreatta, Presidente di Rai Fiction nel commentare i dati d'ascolto all'indomani della messa in onda della prima puntata de La Strada di casa.
La fiction con Alessio Boni ha tenuto incollati allo schermo più di 5 milioni di telespettatori.
Merito senz'altro delle atmosfere mistery che circondano la nuova creatura di Riccardo Donna: Alessio Boni è Fausto Morra un allevatore della campagna piemontese che, a seguito di un incidente, va in coma ed al suo risveglio, cinque anni dopo, trova ad attenderlo uno scenario familiare e lavorativo completamente capovolto: la moglie Gloria (Lucrezia Lante Della Rovere) ha iniziato una relazione con il migliore amico dell'anacronistico patriarca Morra, Michele (Thomas Trabacchi), il figlio ha preso le redini dell'azienda di famiglia che ora rischia il tracollo, ed un delitto, di cui Fausto potrebbe sapere più di quello che ricorda, sembra ormai lontanissimo da una soluzione.

Maria Pia Calzone, un talento da tre ed una Napoli


Toni decisamente più leggeri per la fiction Sirene creata da Ivan Cotroneo. Ambientata in una Napoli favolistica e trasognata, essa narra l'epopea di un gruppo di Sirene giunte sulla terraferma per convincere il tritone Ares (Michele Morrone) a non trasformarsi in un umano per non condannare all'estinzione le regine del mare.
La "banda" è composta dalla madre Marica (Maria Pia Calzone), e le figlie Yara, Irene e Daria.
Tra gli uomini della fiction anche Luca Argentero nei panni di Sasà, un jazzista che aiuta inconsapevolmente le quattro ad attuare "la rivincita di Circe".


La Napoli di Sirene è certamente diversa da quella vista in "Gomorra" dove Maria Pia Calzone interpretava l'algida Donna Imma ed ancora di più da quella, colma di melò e mistero, che vedremo al cinema dal 28 Dicembre; la Napoli Velata di Ferzan Ozpeteck.


Nei trecentosessantacinque giorni trascorsi tra la fine delle riprese di "Sirene" e la sua messa in onda, Maria Pia Calzone ha avuto anche il tempo di prendere parte, in un piccolo ruolo, al nuovo film di Carlo Verdone, "Benedetta Follia" al cinema da Gennaio 2018.

venerdì 3 novembre 2017

ROBY FACCHINETTI E RICCARDO FOGLI "INSIEME" DOPO I POOH

E' uscito "Insieme", l'album di Roby Facchinetti e Riccardo Fogli. Ad Aprile i due cantanti lo presenteranno in due appuntamenti esclusivi.

E' partito dal singolo "Strade" il progetto che vede riunite due grandi voci maschili della nostra musica italiana, Roby Facchinetti e Riccardo Fogli. Oggi la voglia di continuare a fare musica anche dopo un progetto totalizzante come quello dei Pooh, culmina in un album, "Insieme," che è un bilancio tra "entusiasmi da frenare e vuoti impossibili da colmare", di certo non scevro della giusta dose, di malinconia, in cui ritroviamo, forse più maturi, a tratti disillusi,  i temi che hanno caratterizzato la carriera del gruppo più rivoluzionario della musica italiana.
La traccia di apertura, "Strade" somiglia fortemente, specie nell'"attacco" del ritornello ad "Amici per sempre", tratto dall'album omonimo dei Pooh del 1996. A quell'epoca Riccardo aveva già lasciato il gruppo; ecco perché quel "ma se ti perdi, fermati. Io ti troverò." suona oggi come una promessa mai tradita. Perché, prima che essere colleghi, i Pooh sono stati grandi amici e tra amici, si sa, "Non importa dove si va" come cantano, più convintamente che altrove, Roby e Riccardo in Per salvarti basta un amico, che si potrebbe quasi considerare il pezzo ponte tra il prima e il dopo Pooh.

Le cover

L'album "Insieme", distribuito da Sony Music Italy, si compone di undici tracce, tre delle quali sono cover. Si parte con "Notte a sorpresa" pezzo contenuto nell'album Palasport dei Pooh del 1982. Il pezzo è qui ricantato in duo da Roby e Riccardo ed, a proposito di Palasport, i due hanno già annunciato una doppietta di concerti esclusivi in cui presenteranno le loro nuove canzoni: il 7 Aprile saranno al Forum di Assago di Milano ed il 9 al Palalottomatica di Roma.
Risale sempre al 1982 il pezzo cult della carriera da solista di Riccardo, "Storie di tutti i giorni", mentre è del 1968 il pezzo "In Silenzio"" tratto dall'album dei Pooh Contrasto.

Il motore fondamentale dell'attività creativa di Roby e Riccardo, anche senza i Pooh, rimangono le donne.

La loro forza creatrice viene celebrata almeno n tre pezzi, ma è più limpida in "Le donne ci conoscono" dove il loro essere muse è celebrato attraverso un'efficacissima metafora: "Se loro sono il vento, noi siamo soltanto l' aquilone.
Sono donne che hanno un nome quelle celebrate da Riccardo e Roby: c'è Arianna, simbolo dell'amore passionale che, più che ritrovarlo, il filo lo fa perdere, e c'è Caterina (La prima rosa della vita), il primo, candido, amore giovanile sospeso tra la saggezza e la follia.

Altra sospensione, questa volta tra il tempo che passa e quello ancora da scrivere, lo troviamo nel pezzo "Il ritorno delle rondini". E' questo un pezzo in cui l'amore viene celebrato con toni malinconici, nel quale la voce di Fogli acquista un colore che fa sembrare il pezzo come uscito fuori dal repertorio del miglior Fossati.

"E la storia continua ..." anche per Dodi Battaglia

Lo scorso 20 Ottobre è tornato sul mercato discografico anche Dodi Battaglia.
"E la storia continua..." è un disco live, registrato nell'estate appena trascorsa, che contiene 26 successi dei Pooh e 4 brani della carriera da solista di Dodi.
Il "nostro", il prossimo 1 Giugno, festeggerà i suoi cinquant'anni di carriera con un concerto gratuito in Piazza Maggiore a Bologna.
"Vorrei accanto tanti amici, da Luca Carboni a cesare Cremonini" ha dichiarato Dodi, "ma non sarà una reunion dei Pooh".

 



domenica 29 ottobre 2017

I SOGNI A BASSA VOCE DI SIMONE MONTEDORO CONQUISTANO DLIVEMEDIA

L'attore romano, famoso per il ruolo del Capitano Giulio Tommasi nella fiction "Don Matteo", apre con la sua energia la stagione delle Masterclass DliveMedia

Simone Montedoro è uno di quelli che guai a chiamarlo sex symbol, sulle prime ti riderebbe in faccia e poi comincerebbe a sudare, talmente tanto che di camicie ne servirebbero quattordici.
Eppure l'entusiasmo che il gentil sesso ha mostrato per il suo approdo a DLiveMedia lo scorso 26 Ottobre dovrebbe fargli qualsiasi cosa; roba che, come minimo io non appoggerei i piedi a terra tanta sarebbe la vanteria.
Invece lui, modesto, continua a parlare di energia, la stessa che, racconta, due anni fa lo commosse al Festival del Cinema per ragazzi di Giffoni.
Simone ci crede, crede in quello che fa, e lo racconta con tale trasporto che alla fine finisci per crederci anche tu.
La sua luce conquista anche Gaia, giovane appassionata di Ballando con le stelle, a cui Simone ha partecipato durante la scorsa edizione, che ha una missione ed ha trovato in Simone il testimonial perfetto perché sincero.
 

I SOGNI A BASSA VOCE DI SIMONE MONTEDORO

Simone sogna ma non lo dice ad alta voce: non dice ad alta voce che gli piacerebbe lavorare con Sorrentino o che, ma forse in questo caso sarebbe più giusto usare il verbo meriterebbe il ruolo di Romeo in un riadattamento shakespeariano.
Simone si accontenta. Dice di sognare semplicemente una continuità nel lavoro, che adesso per lui vuol dire soprattutto teatro: tornerà infatti presto sul palcoscenico con la commedia "Finchè giudice non ci separi", destinata a diventare anche un film per il cinema.
 

SIMONE MONTEDORO, NESSUN RAMMARICO PER L'ADDIO A "DON MATTEO"

E' però la tv ad aver consegnato Simone Montedoro all'immaginario collettivo: il suo personaggio più famoso è, senza dubbio, il Capitano Giulio Tommasi di "Don Matteo".
Non c'è rammarico nelle parole di Simone quando racconta del grande addio, che lo vedrà essere sostituito a partire dalla prossima stagione, dall'attrice Maria Chara Giannetta, o quanto meno il rammarico è controbilanciato da una massiccia dose di consapevolezza:
"Al Capitano è successo di tutto. Cos'altro poteva fare?"
 

MONTEDORO, PREZIOSI, GIOE': TRA I DUE LITIGANTI, IL TERZO ...

Le fans di Simone, già disperate per questa sua prolungata assenza dal piccolo schermo, hanno tirato un sospiro di sollievo nel vederlo impegnato nella seconda stagione della fiction Rai "Sotto Copertura", con la regia di Giulio Manfredonia.
Qui Simone ha diviso il set con altre due vecchie conoscenze della nostra kermesse, Claudio Gioè ed Alessandro Preziosi. Uno buono, nei panni del commissario Michele Romano, l'altro cattivo, nel ruolo del temutissimo boss Michele Zagaria.
Tra i due litiganti il terzo gode?. No, ci lascia le penne.
 




 
RICCARDO MANFREDELLI
 



 

 

 

 

 

 



martedì 24 ottobre 2017

MARIO, SE MI PERDONI TI PORTO A SANREMO

Ogni anno, qualche giorno prima del mio compleanno, è tradizione che io faccia un bilancio delle ultime 365 pagine che ho scritto nel libro della mia vita.
E’ un rituale che consumo seduto alla scrivania della mia camera, con davanti un foglio bianco diviso in più colonne: sulla sinistra campeggiano le cose buone, quelle di cui andar fiero, a destra quelle un po’ meno positive, cose da farmi perdonare.
Quest’anno nella mia personale colonnina di destra troneggia un nome, quello del cantante soul più famoso di Italia, quello che con un ciao può tornare a farti credere nelle possibilità di salvezza del genere umano. Sto parlando, ovviamente, di Mario Biondi.
Voi vi chiederete cosa c’entri io con Mario Biondi, orbene, è presto detto: Mario Biondi è stato nostro ospite lo scorso 21 Aprile. E’ stato un incontro di cui ancora le mie colleghe di corso parlano a distanza di mesi, a cui io però, non ho potuto partecipare.
Mentre il Biondi, che io qualche giorno prima avevo contribuito a stuzzicare facendogli notare l’ironia del suo cognome, per uno che i capelli sembra averli persi tutti, incantava la folla del teatro di Ateneo, il vostro umile recensore era a casa, sdraiato sul divano, preda di una febbre cavallina con conseguente depressione pre-sessione estiva.
Sarà stato il Karma, ecco perché devo espiare. Lo faccio attraverso questo articolo.
La verità è che avrei voluto recensire il disco di prossima uscita di Mario Biondi, un disco particolare e controcorrente, per chi conosce la carriera del cantante catanese.
Era prevista per il 29 Settembre, l’uscita di un ep in cui Mario avrebbe cantato tutti brani in italiano, per giunta sotto pseudonimo (Mocambo).
Il progetto, che è stato anticipato questa estate dal singolo “Basta!”, pare non aver visto ancora l’ombra di uno scaffale Feltrinelli. Il disco non si trova, né in fisico, né in digitale.
Mentre disperato e penitente mi avviavo sulla Via di Damasco, ecco l’illuminazione: e se Mario ed il suo staff avessero deciso di ritardare l’uscita del progetto per lanciarlo in concomitanza con una partecipazione del nostro al prossimo Festival di Sanremo?. In fondo, il materiale ci sarebbe ed il nome di Mario sarebbe senza dubbio il primo grande colpaccio dell’era Baglioni.
Magari Mario potrebbe decidere di non presentarsi da solo, ma in coppia con un’altra voce evergreen della musica italiana, Marcella Bella, per la quale ha prodotto l’ultimo album, Metà amore, metà dolore, dal quale pare sia rimasto fuori un pezzo che finirà dritto sulla scrivania di Baglioni …
Chi invece al Festival proprio non ci pensa è Riki, al secolo Riccardo Marcuzzo, il nuovo teen idol lanciato da Amici di Maria De Filippi, che si gode il successo pubblicando un nuovo album Mania, legato ai concerti sold-out in ogni parte di Italia che cominceranno a Novembre.
“Sanremo non è nei piani” fa sapere il suo agente-pigmalione Francesco Facchinetti, siamo invece pronti a lanciare il fenomeno Riki sul mercato latino …”

RICCARDO
MANFREDELLI




mercoledì 18 ottobre 2017

TA, TA, TA, TA... PUBBLICITA'!


di Riccardo Manfredelli

Un uomo, un attore, uno sbirro. Parlando di Simone Montedoro queste tre componenti spesso si confondono: non si contano infatti gli uomini in divisa a cui l'attore romano ha prestato il volto nel corso della sua carriera, non ultimo l'ormai iconico Capitano dei Carabinieri Giulio Tommasi nella fiction "Don Matteo".
L'incontro previsto presso la Sala Stampa Biagio Agnes dell'Ateneo salernitano, nel pomeriggio di giovedì 26 Ottobre, sarà l'occasione per parlare di questa singolare coincidenza ma anche dei nuovi progetti che attendono Simone lanciato, ormai quasi un decennio fa, dallo spot di una famosissima marca di formaggio.
Simone Montedoro, qui ai suoi inizi, sarà ospite di DLiveMedia il prossimo 26 Ottobre.

La pubblicità è spesso il primo grande passaggio obbligato della carriera di un artista: oltre all'esperienza del nostro prossimo ospite, come dimenticare che anche la bellezza mediterranea di Luisa Ranieri ha fatto breccia nel cuore degli italiani grazie al claim di un thè, accompagnato da una frase divenuta poi cult nel tempo, quella "Antò fa caldo!" che se vi concentrate potete ancora sentire rimbombarvi nelle orecchie, meglio se nel cuore della notte.
Gli inizi di Luisa Ranieri in un famosissimo spot. E' ormai cult il tormentone: "Antò fa caldo!"

Ultimamente poi anche un nostro graditissimo ospite si è prestato allo spot di una famosa marca di biscotti: stiamo parlando di Giorgio Pasotti che ha raccolto il testimone dal fascinoso Antonio Banderas che si era ridotto a parlare con una gallina. Se non altro Pasotti è stato più fortunato avendo al suo fianco un'attrice in carne ed ossa: Nicole Grimaudo!.

Giorgio Pasotti e Nicole Grimaudo hanno preso il posto di Antonio Banderas nella pubblicità di una nota marca di biscotti.

lunedì 16 ottobre 2017

CHEF RUBIO A DLIVEMEDIA: “C’E’ CHI DICE NO!”

di Riccardo Manfredelli

I grandi cambiamenti annunciati nelle precedenti conferenze stampa, sono oggi realtà: DliveMedia diventa un contenitore culturale a tutto tondo, andando oltre la sola realtà universitaria, con dalla sua una serie di partnership che promettono un’edizione scoppiettante.

Padrino di questa nuova era è stato Chef Rubio, al secolo Gabriele Rubini.  Il volto di punta di Dmax ha entusiasmato ed intrattenuto  la platea studentesca, lo scorso 5 Ottobre, presso la Sala Eventi B della Mensa dell’Università degli Studi di Salerno, con un linguaggio diretto, utilizzato non con la roboante intenzione di “fare il figo” , ma per dire la verità, spesso celata o messa a tacere dai palinsesti televisivi che barattano la sana progettualità con una cieca idolatria.

Quel che è certo è che nessun direttore di rete prostrato al politically correct chiamerebbe mai Chef Rubio per arbitrare, ad ora di pranzo, la sfida tra la squadra del “Pomodoro” e quella del “Peperone”, e tantomeno Rubio sarebbe avvezzo a riabilitare Boss sotto mentite spoglie in crisi di assunzioni. Lui non ha bisogno di travestimenti, quando serve ci mette la faccia ed il fisico. Da questo spirito è nato, per esempio, il format “Uno sporco lavoro” che tornerà su DMax dal prossimo 30 di Ottobre; non ci sarà invece una quarta stagione del programma, ormai cult, “Unti e Bisunti”; Rubio racconta così questo addio: “I meccanismi si stavano sfaldando ed io ho preferito dire di no”.

C’è chi dice no, canta Vasco Rossi;  per fortuna Rubio sa ancora farlo ed è questo il più grande lascito che ha fatto agli studenti, non per il puro gusto della ribellione ma perché, nonostante tutto, Rubio crede ancora nel potenziale di un uomo, che non va mortificato, nella sua capacità di fare gruppo, come accade con il  rugby o lo sport in generale.
A concludere l’incontro una promessa strappata a Gabriele dal Presidente dell’Adisu Salerno, Domenico Apicella: Chef Rubio  tornerà a Salerno, da cuoco, in occasione delle  Universiadi 2019!.

Ma rispondendo alle domande dei giornalisti, il Rubini rimane cauto: “I fatti comproveranno le parole del Dottore, se non sarò io sarà un altro. L’importante è che le Universiadi siano un modo per far vedere come si fanno le cose fatte bene”.

giovedì 12 ottobre 2017

“AMMORE E MALAVITA”: LA RECENSIONE S-CANZONATA DEL NUOVO FILM DEI MANETTI BROS.


di Riccardo Manfredelli

 

La Napoli che Antonio e Marco Manetti hanno portato a Venezia è una città finalmente libera dal velo dell’antonomasia.

Da non napoletano guardi ad “Ammore e Malavita” con lo stesso sguardo dei turisti sullo scuolabus giallo delle prime sequenze: la città minimizzata, nemmeno fosse un quadro vedutista, alle sole Vele di Scampia, “si vende”, mostrandoti tutto quello che ti aspetti, salvo poi capovolgerlo, beffarda, a suo piacimento, il più delle volte con l’ausilio della musica.

E’ così che la morte del boss, Vincenzo Strozzalone (Carlo Buccirosso), si rivela una farsa, un equivoco che oscilla tra il neomelodico ed il soul.

Il traditore , che si chiama Ciro proprio come in altre e fortunatissime narrazioni della napoletanità che presuntuosamente si impongono  come antonomasia, qui non è una bestia con la barba sfatta ma un Robin Hood total black, con la vista a raggi x ed il cuore ammanettato dall’amore per una donna, Fatima (Serena Rossi).

Colei che la serialità post-Gomorra definirebbe “la testimone scomoda” qui è solo un elemento dell’abile contrappunto da commedia romantica e s-canzonata costruita dai Manetti: un’infermiera con pettinatura afro, a metà tra la Whoopi Goldberg di “Sister Act” e la Whitney Houston di “The Bodyguard”; e si, se ve lo state chiedendo, in questo caso Kevin Costner è proprio Giampaolo Morelli!.

Scopriamo dalla lirica di presentazione di Fatima, la già diventata cult “l’Ammore overo”, costruita sulla base di “What a feeling”, che l’amore tra la ragazza e Ciro è roba per fatalisti, il destino ci ha messo, da sempre, lo zampino: un destino spesso già scritto ma che si può cambiare , come è successo a Donna Maria (una sorprendente, nonché  ultimamente particolarmente ubiqua, Claudia Gerini), first lady tutta lacrime e cinema che oggi vive accanto al re d’’o pesce dopo esserne stata, per anni, la serva.

La musica è il vero narratore onnisciente della storia: accompagna momenti topici, come per esempio la sanguinosa scalata di Ciro ,vestita ritmicamente dalle inconfondibili percussioni di Ciccio Merolla, spacca la città in due. In una mai così buia Piazza Plebiscito, Pino Mauro si erge a testimone della storia tra Ciro e Fatima, grazie ad una serenata (Chiagne femmena), che è speranza e premonizione insieme, mentre Franco Ricciardi irrigidisce Piazza Mercato, rinfacciando al ragazzo il suo ineluttabile destino, quello di essere Guaglione ‘e Malavita.

Alla fine del film si scende tutti dallo scuolabus giallo con la consapevolezza che tutto l’amore del mondo non sarà mai Napoli. Peccato tu riesca a dirlo, e cantarlo, solo andando via.

 

 

 

 

sabato 7 ottobre 2017

I POLIZIOTTI AMANO LA TV

Inizio stagione ricco di impegni per Giampaolo Morelli: mentre è al cinema da protagonista del nuovo film dei Manetti Bros., “Ammore e Malavita”, dal 13 Ottobre l’attore napoletano tornerà a vestire i panni di un personaggio cult della nostra tv, l’ispettore Coliandro.


L’uomo di giustizia un po’ sui - generis nato dalla penna di Carlo Lucarelli, non è però l’unico ad aver conquistato nel tempo i palinsesti televisivi italiani.
Parlando di commissari e figure affini, non si può non fare riferimento a Salvo Montalbano, che in libreria ad ogni nuova uscita della saga, si piazza sempre tra i bestseller ed in tv (dove a prestargli il volto troviamo Luca Zingaretti), continua, anche in replica a macinare ascolti record.
Mentre sono già pronti i due nuovi episodi che presumibilmente andranno in onda su Raiuno la prossima primavera, il padre di Montalbano, Andrea Camilleri, ha confessato in una recente intervista di aver già scritto il finale delle avventure dell’uomo più fascinoso e desiderato di Licata; ma niente paura, per Salvo, tranquillizza Camilleri, non si prospetta alcuna fine tragica.
Foto di fine riprese di uno dei prossimi episodi della saga di Montalbano.
Da sinistra: Cesare Bocci, Peppino Mzzotta, Stella Egitto e Luca Zingaretti
Dalla calda Sicilia saliamo saliamo fino alla fredda Aosta, dove troviamo una sagoma distesa nella neve …  dopo qualche secondo di panico scopro con sollievo che si tratta solo del vicequestore Rocco Schiavone, che sta refrigerandosi dopo l’ennesimo caso di omicidio risolto. Non faccio in tempo a fiatare, a chiedergli come mai uno di Aosta parli così spiccatamente romano che subito lui piccato si allontana, con quell’ombra sul volto e nei passi che hanno fatto breccia nei lettori (i romanzi del ciclo di Schiavone portano tutti la firma di Antonio Manzini) e nel pubblico televisivo, per il quale Schiavone ha le fattezze magnetiche di Marco Giallini.
Da un uomo solitario ad una squadra: quella dei Bastardi di Pizzofalcone, che sono stati senz'altro la più grande sorpresa della scorsa stagione a Viale Mazzini.
Tratta dai romanzi di Maurizio De Giovanni, per la serie è già in cantiere una seconda stagione: è bastato un tweet di Alessandro Gassman, che nella serie interpreta Giuseppe Lojacono, per far scattare negli estimatori della fiction napoletana un febbrile conto alla rovescia. Tante sono, di certo, le novità che attendono i telespettatori, prima tra tutte un cambio della guardia alla regia: il testimone di Carlo Carlei è infatti pronto per essere raccolto da Alessandro D’Alatri.


Attraverso twitter Alessandro Gassman "dà il via" alle riprese dei nuovi episodi de "I Bastardi di Pizzofalcone".


Cambio di regia tra prima e seconda stagione anche per la serie “Non Uccidere”: al centro delle vicende, in una Torino che strizza l’occhio alle atmosfere nordiche di “The Killing”, l’ispettore Valeria Ferro, interpretata da Miriam Leone, per la quale il caso di puntata spesso si intreccia con la vicenda orizzontale che riguarda invece il suo rapporto conflittuale con la madre Lucia (Monica Guerritore). La serie è stata ideata da Claudio Corbucci, la prima stagione vedeva alla regia Giuseppe Gagliardi, che poi ha lasciato spazio ad una regia più condivisa e corale nella seconda.


RICCARDO 
MANFREDELLI






mercoledì 20 settembre 2017

VARIETA'... CHE PASSIONE!


Sabato 16 Settembre ha preso il via su RaiUno il primo one woman show di Fiorella Mannoia, “Un, due, tre Fiorella”.

Nello spettacolo, che può contare sulla regia di Cristian Biondani, si alternano musica, momenti di riflessione e grandi ospiti, con i quali Fiorella si intrattiene in interviste ed ironici dialoghi.

Uno degli ospiti più apprezzati della prima puntata è stato senza dubbio l’attore Marco Giallini, impegnato insieme a Fiorella in un ironico contrappunto sull’importanza del cibo per gli italiani. Il pezzo, dal titolo “Gola”, lo potete rivedere dopo il salto.

Sarà interessante capire su questo anche il punto di vista di un addetto ai lavori, ecco perché vi consiglio di non perdervi l’incontro con Chef Rubio previsto per il prossimo 12 Ottobre.

“Un, due, tre Fiorella” arriva nella carriera della Mannoia a coronamento di un anno d’oro, costellato da enormi successi, non ultima la partecipazione al Festival d Sanremo, anche se, a dire il vero, nessuno degli ospiti perde mai occasione per ricordarle di essersi fatta battere da una scimmia; ospiti, tra l’altro, terribilmente indisciplinati: salutano il pubblico, lasciano i propri numeri alle violiniste, presentano cantanti al suo posto, le offrono teglie di pasta al forno, ma attenzione, le tielle vanno restituite!.

In questo mondo così magico e incredibile, nessuno sembra credere alla nuova vocazione di Fiorella, persino Giorgio Panariello, improbabile tassista, la mette in guardia: “In Rai, da conduttore a conducente è un attimo!”

Il format dello spettacolo, scritto anche dalla stessa Fiorella, trova un elemento fondamentale nel “muro”, un posto dove ognuno degli ospiti può lasciare un pensiero od una frase, proprio come i muri delle nostre città, che sono specchio della più varia umanità che le abitano, dei molteplici sentimenti che le animano: amore, bellezza, gratitudine. La stessa gratitudine che Fiorella ha nella voce quando omaggia, insieme a Gianni Morandi, Lucio Dalla o quando condivide con Enrico Ruggeri le note del pezzo che le ha cambiato la vita, Quello che le donne non dicono.

Fiorella ù, però, non è l’unica cantante prestata al varietà: come dimenticare infatti quelle tre strepitose edizioni di Sogno e son desto condotte da un altro nostro graditissimo ospite, Massimo Ranieri. E’ altrettanto impossibile dimenticare, sebbene lui non sia stato ancora nostro ospite, l’esperienza di Mika in Stasera Casa Mika, che i vertici di Raidue non vedono l’ora di rinnovare a partire dal 24 Novembre.

Altro personaggio importante della stagione è sicuramente Virginia Raffaele. Con il suo Facciamo che io ero la donna ha dissacrato varie maschere dello show-business, ma ora è pronta a tornare al suo primo grande amore, il teatro. Il suo spettacolo Performance, sarà anche al Teatro Verdi di Salerno dal 16 al 18 Novembre prossimi. Le premesse per un salto a DLIVEMEDIA ci sarebbero …


RICCARDO

MANFREDELLI

"GATTA CENERENTOLA" E' IL NUOVO FILM DI ALESSANDRO RAK- RECENSIONE.

Negli anni molti sono stati gli esordi cinematografici battezzati da DLiveMedia. L’ultimo, solo in ordine di tempo,  è quello di Alessandro Rak, che appena due anni fa presentava alla nostra platea il suo esordio nel cinema di animazione con L’arte della felicità.
Il film ha avuto un notevole e di certo inaspettato successo che ha spinto Rak e le maestranze della sua factory, Mad Enterteinment, a tornare in studio per lavorare ad una nuova creatura di celluloide, ancora una volta nel segno di un sentito e radicato omaggio alle proprie origini. Il risultato, “Gatta Cenerentola” al cinema dal 14 Settembre, ha conquistato la 74^ edizione del Festival del Cinema di Venezia ed è, notizia di questi giorni, tra i film in corsa per entrare nella cinquina per l’assegnazione del Premio Oscar al miglior film straniero.
Sono molti gli spunti di riflessione offerti da questa pellicola, dei quali in questo articolo speriamo di offrire un’analisi quanto più calibrata possibile. Valga come premessa che il film ha un potentissimo sostrato letterario provenendo dalla novella omonima contenuta nel Pentamerone di Giovan Battista Basile. E’ chiaro però, che pensando a Cenerentola la prima cosa che viene in mente ai più è l’immaginario Disneyano. Entrambe le riduzioni, è vero, condividono la presenza di un’eroina vessata dalla sua matrigna e da un gruppo di eterogenee sorellastre ma, forse, nulla di più.
La vera Cenerentola di Rak è Napoli, potenzialmente pronta a spiccare il volo, come vola l’ingegno dell’inventore Vittorio Basile, che ha la voce di Mariano Rigillo, il quale sogna un futuro roseo per la città, un posto al sole in cui scienza e memoria possano convivere senza più farsi finalmente la guerra, ma che poi deve arrendersi alla terribile progettualità di ‘O rre (Massimiliano Gallo), che invece non vede per Napoli alcuna possibilità di redenzione, nessun altro colore, se non il bianco della cocaina, che estrae con una formula magica e sconosciuta dalle scarpette di cristallo da lui stesso costruite, ed il nero della monnezza.
La musica, in questo senso, funge da efficacissimo predicativo delle intenzioni dei personaggi: in Napule, canzone scritta dai Virtuosi di San Martino, ‘o rre canta la parte fuligginosa della città, quella sfatta di cui la distrutta nave Merida, teatro della storia, diventa terribile premonizione. Nella canzone l’odore del mare cantato altrove da Pino Daniele viene sostituito dall’insopportabile olezzo della spazzatura; il caffè, che sanno fare addirittura in carcere come racconta un onnisciente De Andrè al suo compagno di cella Don Raffaè, nella città di ‘o rre non puoi prenderlo se prima non hai trovato un tossico che per due euro ti parcheggi, si intende abusivamente, la macchina. Che fine hanno fatto le voci d’e criatur? vi chiederete: i bambini, i ragazzi dei vicoli non giocano più, perché troppo impegnati a fare rapine un po’ più in là.
C’è qualcuno però, che vuole restituire alla città tutto quello che, naufragando, si trova ora nelle viscere del mare: si tratta del poliziotto Primo Gemito (che parla con la voce di Alessandro Gassmann) che prende a cuore il destino della nave e della figlia di Basile, Mia, “la gatta”, traendola in salvo prima che le atmosfere noir che caratterizzano le ultime sequenze del film, esplodano irrimediabilmente.
Tra i doppiatori speciali di questa favola nera made in Naples, c’è anche una vecchia amica della nostra kermesse. Maria Pia Calzone, presta qui infatti la voce ad Angelica Carraturo, la matrigna, prima moglie di Vittorio, poi Penelope tradita da ‘o rre. Forte e sanguigna come un altro celeberrimo personaggio della sua interprete, anche lei alla fine troverà la forza di spiccare il volo, ad ogni costo.

RICCARDO
MANFREDELLI






sabato 16 settembre 2017

D-LIVELAB: NELLE PUNTATE PRECEDENTI ...

L’edizione 2017/18 di D-LiveMedia si preannuncia scoppiettante, quasi quanto la pentola sul fuoco del nostro primo gioco indizio. Prima di scoprire i primi ospiti della nuova stagione, però, che ne dite di fare il riassunto delle puntate precedenti?
Nel primo articolo dell’anno, DLiveLab vi mostrerà a che punto sono i vari progetti degli artisti che negli anni sono stati nostri ospiti: carta e penna alla mano, prendete nota, il programma è infatti bello pieno tra cinema, musica, tv e libri.
L’attrice Chiara Francini, per esempio, che avevamo lasciato, fortunata lei, in teatro con Raoul Bova per la commedia sentimentale “Due”, ha nel frattempo esordito come scrittrice. Il suo primo romanzo “Non parlare con la bocca piena”, edito da Rizzoli, ha tagliato il traguardo della settima ristampa e c’è chi scommette che possa diventare presto un film.


Stesso destino per “La ragazza nella nebbia” di Donato Carrisi: dopo essere stato uno dei romanzi thriller più venduti e discussi degli ultimi anni, dal 26 Ottobre approderà nei cinema la sua versione filmica, con lo stesso Carrisi alla regia, che dirigerà Toni Servillo e il “nostro” Alessio Boni.

Tanti impegni caratterizzeranno anche la prossima stagione lavorativa di Marco D’Amore: prima di tornare a vestire i panni de L’immortale nella terza stagione di Gomorra, prevista dal 17 Novembre su Sky Atlantic Hd, per l’attore sono previste due grandi prove di teatro in American Buffalo (riadattamento e regia dello stesso D’Amore), nonché Qualcuno volò sul nido del cuculo, con la regia di Alessandro Gassman: entrambi gli spettacoli fanno parte della nuova stagione del teatro Bellini di Napoli, per info e abbonamenti vi consigliamo di visitare il sito http://www.teatrobellini.it/
Quella che va ad aprirsi sarà anche, però, una grande stagione di cinema e tv. Pensate per esempio a Giampaolo Morelli, pronto a dividersi tra la settima arte (dove sta per approdare, dal 5 ottobre, con il nuovo film dei Manetti Bros., “Ammore e Malavita) ed il tubo catodico dove dal 14 Ottobre, su Raidue, riprenderanno le attesissime avventure de L’ispettore Coliandro.
RICCARDO
MANFREDELLI


venerdì 12 maggio 2017

UN NUOVO VENTO …

Grandi novità in casa Davimedia!
Lo scorso 5 Maggio si è svolta una conferenza stampa che ha presentato il nuovo volto della kermesse nata in seno all’Università degli Studi di Salerno: tanti cambiamenti, a partire dal nome del progetto.
Dimenticate perciò Davimedia e date il benvenuto a DLiveMedia.
Già il nome rende chiara la missione del progetto: più eventi live, in sinergia con varie istituzioni presenti nel territorio a partire dal Comune di Fisciano, presente alla presentazione nella persona del Sindaco, Vincenzo Sessa, e l’Associazione studentesca ViviUnisa il cui Presidente, Antonio Santoro, si è detto soddisfatto di questa nuova collaborazione, e speranzoso che questo connubio tra, “due delle realtà associative più forti del territorio”, si riveli vincente.

Senza indugiare di più, il nuovo DLiveMedia è già pronto a partire, con una due giorni caldissima, proprio come la stagione in arrivo: martedì 16 Maggio alle ore 11.00 sarà ospite, negli studi di Unisound, la web radio universitaria, il giornalista e speaker Rai Gianmaurizio Foderaro. Il giorno dopo, stessa location, stessa ora, sarà la volta di un graditissimo ritorno, quello di Luca Dondoni; ed, a proposito di ritorni, la sera di mercoledì 17 Francesco Facchinetti sarà alla consolle per un esclusivo Dj set che, siamo sicuri, infiammerà la recentemente inaugurata Piazza Dei Giovani.

Le premesse per una nuova, entusiasmante stagione ci sono tutte, ma le sorprese potrebbero non essere finite …
Continuate a seguirci sui nostri social ed anche sul blog: il nuovo, ma poi in fondo lo stesso DLIVELAB!

RICCARDO
MANFREDELLI




martedì 28 marzo 2017

“LORELLA, 6 FANTASTICA!”

“LORELLA, 6 FANTASTICA!”

La notte vola” diceva la famosa sigla di un suo programma, ma anche il giorno non scherza, quando nel Teatro di Ateneo arriva Lorella Cuccarini, per una chiacchierata fluida e senza maschere.
L’autenticità che traspare dagli occhi e dalla voce della showgirl, lanciata giovanissima da Pippo Baudo, è in sintonia perfetta con la bellissima giornata che furoreggia fuori dai locali del teatro, e con il motto di vita della “più amata dagli italiani”: “Ogni giorno il sole”.
Un’iniezione di ottimismo che è di recente diventata anche un libro edito da Piemme, che più che un’autobiografia vuole essere un racconto senza fronzoli o fraintendimenti, delle esperienze che hanno fatto di Lorella l’artista e la donna straordinaria che è oggi.
Tutto è cominciato con Lorella quattordicenne chiamata, insieme ad altri giovanissimi ballerini, ad esibirsi nel programma di Raffaella Carrà Che sera.
Alla “signora Carramba”, Lorella è legata da un sentimento di profonda stima, per molti è lei infatti l’erede della Raffa nazionale.
Poi Lorella ha incontrato sulla sua strada Pippo Baudo che l’ha voluta per Fantastico; un punto di svolta innegabile per la bella romana che racconta: “la prima puntata fece ascolti stratosferici. Prima passeggiavo tranquilla per le strade del mio quartiere, dopo fantastico, d’improvviso, mi riconoscevano tutti”.
Lorella, nella sua lunga carriera è non solo passata dal ruolo di “semplice” showgirl a quello di conduttrice tout court, un qualcosa che, assicura lei con un sorriso, ha acuito il mio senso di responsabilità per ciò che andava in onda, ma è stata anche pioniera di un nuovo modo, oserei dire quasi rivoluzionario, di fare tv.
Pensate per esempio che prima di Odiens la Mediaset non aveva mai controprogrammato il varietà del sabato sera di Viale Mazzini, o che, il suo Buona Domenica è stato il primo programma di intrattenimento trasmesso in diretta dal Biscione.
Ma Lorella non era la sola signora della domenica: con lei, quasi in un perfetto contrappunto sinfonico, c’era Marco Columbro, che ha poi ritrovato anche a Paperissima:
“Il programma, visti gli ascolti importanti fatti registrare a Italia Uno”, racconta Lorella con una punta di orgoglio ma spoglia di qualsiasi malinconia, “fu da allora promosso su Canale 5”.
Tra i tanti amori di Lorella c’è anche quello per il teatro ed in particolare il musical. L’ultima sua fatica in ordine di tempo è La Regina di Ghiaccio, la faccia pop della Turandot che, dopo due settimane di rodaggio nella Capitale adesso Lorella spera di poter portare presto in giro per l’Italia.
Tra i suoi lavori sul palcoscenico c’è però anche Il pianeta proibito, un rimaneggiamento in chiave rock dell’archetipo shakespeariano de La Tempesta.
Eccola la chiave di volta dell’incontro: come la “sua” Miranda, anche Lorella ha imparato a ballare sotto la Tempesta; l’una completamente scevra dalle convenzioni sociali, l’altra che non ha mai smesso di lasciarsi accendere gli occhi dalla forza vitale di un sogno.
A proposito di sogni e di confini che diventano orizzonti, Lorella, mentre si prepara a lanciare sul mercato discografico un disco con un best of delle sigle eseguite nel programma NemicaAmatissima, vorrebbe tanto cimentarsi in un ruolo cinematografico: “Dicono che abbia l’età giusta per essere un procuratore distrettuale o un poliziotto”.
Giallisti in ascolto, telefonate.
RICCARDO
MANFREDELLI



venerdì 17 marzo 2017

LUCA TOMMASINI SI FA IL CUORE (QUELLO, PER DAVVERO) A #DAVIMEDIA...

Tra i primi dischi italiani che ho comprato c’è anche quello “Spirito Libero” di Giorgia, che nel 2007 ha fatto ballare ed imprecare il mio condominio.
Tutti i videoclip dei singoli estratti da quell’album portano la firma inconfondibile di Luca Tommassini.
Sono lavori in cui l’estetica e il “credo” del poliedrico artista romano già brillavano lasciando ben poco spazio ai dubbi: si tratta di un videomaking che mette al centro l’artista, le sue peculiarità, il suo corpo, insieme a tanti altri piccoli dettagli perfettamente orchestrati, in cui spicca senz’altro un’incisiva componente coreografica, che fanno della clip un piccolo spettacolo.
Una ricerca che negli anni, specie in Italia, ha lasciato spazio ad un’asfissiante, ossessiva, esigenza di narrazione; vuoi perché in Italia non abbiamo una Sia o una Lady Gaga che sono arte contemporanea già nel modo che hanno di “vendersi”, spendersi sul palco, vuoi perché pare che il pubblico italiano pare abbia un’esigenza fortissima, paragonabile quasi ad un’impellenza fisica: quella di capire.
Ma che vuoi capire di più quando già il titolo della canzone è, per esempio, “Senza Pietà”?
Ecco perché, un programma come “Dance, Dance, Dance”, nuova perla di SkyUno che vede tra i giurati proprio Luca, suona inaspettato quanto necessario.
Il programma che ha avuto il merito di dare nuova linfa al videoclip come prodotto d’arte assoluto, è però solo l’ultimo dei successi che hanno visto coinvolto Luca Tommassini, nostro ospite lo scorso venerdì, che ha recentemente raccontato la sua storia nel libro “Fattore T.”
T come Talento verrebbe subito da dire, eppure non è certo perché il Talento è inafferrabile e acquista il suo senso solo su un palcoscenico che Luca descrive con un’immagine molto poetica come uno scampolo di luce in vite altrimenti buie, anime graffiate dalla vita. Storie che il coreografo sa vestire con estrema sensibilità, come dimostra da ormai undici edizioni ad X Factor come direttore artistico:
“Siamo l’anti-televisivo per eccelenza” racconta Luca col fascino tipico delle cose per le quali hai smesso di chiederti perché, col sorriso che hanno le cose quando cominci a godertele, viverle.
“Non cerchiamo voci, erchiamo anime. Esseri umani.” E qui l’autoradio del mio cuore non può che suonare un pezzo dell’anima più bella che il talent passato dalla Rai a Sky abbia saputo far germogliare: Marco Mengoni.


“Esseri umani” per l’appunto.
Non importa quanto clandestini e sbagliati possano essere agli occhi degli altri.
Esseri umani che, come Luca, si sono fatti il Cuore. E no, non ho fatto il simpatico sostituendo volutamente una parola. La parola è quella giusta.
L’ho scelta semplicemente guardando Luca negli occhi.

RICCARDO
MANFREDELLI


lunedì 13 marzo 2017

MAURIZIO COMPAGNONI A #DAVIMEDIA: FENOMENOLOGIA DI UN AMULETO ...

Un esercito di tifosi, appassionati di calcio e giovani promesse del giornalismo sportivo ha salutato l’arrivo di Maurizio Compagnoni a Davimedia.
L’incontro, organizzato in concorso con la cattedra di Diritto  del Turismo del Dipartimento di Scienze Giuridiche, ha permesso al giornalista san benedettese, naturalizzato milanese, di raccontare sé stesso ed il suo mestiere attraverso tre parole chiave: Passione, Business e Comunicazione.
La passione è quella che ha guidato Maurizio dagli esordi a dimensione locale, fino al primo esempio di pay-tv, Telepiù, fino ad oggi, a Sky, dove è tra i più apprezzati telecronisti: è lui l’amuleto della Salernitana; pare infatti che ogni volta che il Compagnoni commenta una partita della squadra, l’ultima risale all’ottobre scorso col Benevento, la squadra si porta a casa un risultato positivo.
Ma c’è anche un altro motivo che lega particolarmente Compagnoni alla squadra cittadina: l’Arechi, racconta, ti trascina, e la telecronaca cammina da sola.
Spazio poi ad una finestra sul mondo degli affari che gravita attorno al mondo del pallone: l’Italia, per Compagnoni, ha capito tardi che il calcio non si gioca solo sul campo, ma è anche un brand da esportare in termini di sponsorizzazioni e, soprattutto, diritti televisivi. Un passaggio questo che in altri Paesi è già avvenuto, ed è forse per questo che, in una classifica recentemente pubblicata che guarda agli sportivi più iconici ed anche più pagati del mondo, gli italiani possano contarsi sulle dita di una mano.
A proposito di icone, di ieri e di oggi, il racconto aneddotico del Compagnoni, si ferma, sospinto da una corrente di curiosità mai così forte, su almeno tre personalità:
Ricardo Kakà, l’attacante brasiliano indimenticato milanista, per il quale Compagnoni ha scomodato l’epiteto di extraterrestre, Roberto Baggio, un talento indiscutibile del calcio giocato, forse un po’ meno di quello in giacca e cravatta, ed infine la giovane promessa fiscianina Nicola Citro.
La curiosità che più di tutte serpeggiava però nell’aria giàda prima che il giornalista entrasse in una pienissima Aula Cilento è: come si prepara una telecronaca?
Nel rispondere Maurizio Compagnoni, non ha potuto sottovalutare l’apporto del web: Oggi le informazioni che prima dovevi cercare spendendo intere giornate in archivio, le ottieni in pochi secondi.
Anche Mark “assopigliatutto” Zuckemberg sembra essersi accorto che il cortocircuito tra orizzonte social-mediale e calcio giocato è più di un’ipotesi: pare infatti che il CEO di Facebook, stia pensando di acquistare per la sua piattaforma i diritti del campionato inglese. Se una frontiera del genere diventasse orizzonte anche qui in Italia come cambierebbe il mondo del giornalismo sportivo?
Compagnoni è consapevole di non poter dare una risposta esaustiva a questa domanda veloce com’è il mondo dell’informazione a mimetizzarsi, ad ibridare linguaggi e poetiche difficili da contenere in un unico approdo. C’è riuscita sicuramente Sky a fare sintesi, grazie al supporto di una valente squadra di giornalisti, la poco trascurabile disponibilità di capitali ed un’incisiva linea editoriale. Le pay tv hanno avuto senz’altro il merito di aprire l’orizzonte calcistico italiano, di calarlo in una dimensione più squisitamente Europea, ha chiosato Compagnoni; ma potrebbe non essere finita qui: la prossima stagione potrebbe essere addirittura contrassegnata da un graditissimo ritorno in casa Sky.

RICCARDO
MANFREDELLI