venerdì 17 marzo 2017

LUCA TOMMASINI SI FA IL CUORE (QUELLO, PER DAVVERO) A #DAVIMEDIA...

Tra i primi dischi italiani che ho comprato c’è anche quello “Spirito Libero” di Giorgia, che nel 2007 ha fatto ballare ed imprecare il mio condominio.
Tutti i videoclip dei singoli estratti da quell’album portano la firma inconfondibile di Luca Tommassini.
Sono lavori in cui l’estetica e il “credo” del poliedrico artista romano già brillavano lasciando ben poco spazio ai dubbi: si tratta di un videomaking che mette al centro l’artista, le sue peculiarità, il suo corpo, insieme a tanti altri piccoli dettagli perfettamente orchestrati, in cui spicca senz’altro un’incisiva componente coreografica, che fanno della clip un piccolo spettacolo.
Una ricerca che negli anni, specie in Italia, ha lasciato spazio ad un’asfissiante, ossessiva, esigenza di narrazione; vuoi perché in Italia non abbiamo una Sia o una Lady Gaga che sono arte contemporanea già nel modo che hanno di “vendersi”, spendersi sul palco, vuoi perché pare che il pubblico italiano pare abbia un’esigenza fortissima, paragonabile quasi ad un’impellenza fisica: quella di capire.
Ma che vuoi capire di più quando già il titolo della canzone è, per esempio, “Senza Pietà”?
Ecco perché, un programma come “Dance, Dance, Dance”, nuova perla di SkyUno che vede tra i giurati proprio Luca, suona inaspettato quanto necessario.
Il programma che ha avuto il merito di dare nuova linfa al videoclip come prodotto d’arte assoluto, è però solo l’ultimo dei successi che hanno visto coinvolto Luca Tommassini, nostro ospite lo scorso venerdì, che ha recentemente raccontato la sua storia nel libro “Fattore T.”
T come Talento verrebbe subito da dire, eppure non è certo perché il Talento è inafferrabile e acquista il suo senso solo su un palcoscenico che Luca descrive con un’immagine molto poetica come uno scampolo di luce in vite altrimenti buie, anime graffiate dalla vita. Storie che il coreografo sa vestire con estrema sensibilità, come dimostra da ormai undici edizioni ad X Factor come direttore artistico:
“Siamo l’anti-televisivo per eccelenza” racconta Luca col fascino tipico delle cose per le quali hai smesso di chiederti perché, col sorriso che hanno le cose quando cominci a godertele, viverle.
“Non cerchiamo voci, erchiamo anime. Esseri umani.” E qui l’autoradio del mio cuore non può che suonare un pezzo dell’anima più bella che il talent passato dalla Rai a Sky abbia saputo far germogliare: Marco Mengoni.


“Esseri umani” per l’appunto.
Non importa quanto clandestini e sbagliati possano essere agli occhi degli altri.
Esseri umani che, come Luca, si sono fatti il Cuore. E no, non ho fatto il simpatico sostituendo volutamente una parola. La parola è quella giusta.
L’ho scelta semplicemente guardando Luca negli occhi.

RICCARDO
MANFREDELLI


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