Un esercito di tifosi,
appassionati di calcio e giovani promesse del giornalismo sportivo ha salutato
l’arrivo di Maurizio Compagnoni a
Davimedia.
L’incontro, organizzato
in concorso con la cattedra di Diritto del Turismo del Dipartimento di Scienze
Giuridiche, ha permesso al giornalista san benedettese, naturalizzato milanese,
di raccontare sé stesso ed il suo mestiere attraverso tre parole chiave: Passione, Business e Comunicazione.
La passione è quella
che ha guidato Maurizio dagli esordi a dimensione locale, fino al primo esempio
di pay-tv, Telepiù, fino ad oggi, a Sky, dove è tra i più apprezzati
telecronisti: è lui l’amuleto della Salernitana; pare infatti che ogni volta
che il Compagnoni commenta una partita della squadra, l’ultima risale all’ottobre
scorso col Benevento, la squadra si porta a casa un risultato positivo.
Ma c’è anche un altro
motivo che lega particolarmente Compagnoni alla squadra cittadina: l’Arechi, racconta, ti trascina, e la telecronaca cammina da sola.
Spazio poi ad una
finestra sul mondo degli affari che gravita attorno al mondo del pallone: l’Italia,
per Compagnoni, ha capito tardi che il calcio non si gioca solo sul campo, ma è
anche un brand da esportare in
termini di sponsorizzazioni e, soprattutto, diritti televisivi. Un passaggio
questo che in altri Paesi è già avvenuto, ed è forse per questo che, in una
classifica recentemente pubblicata che guarda agli sportivi più iconici ed
anche più pagati del mondo, gli italiani possano contarsi sulle dita di una
mano.
A proposito di icone,
di ieri e di oggi, il racconto aneddotico del Compagnoni, si ferma, sospinto da
una corrente di curiosità mai così forte, su almeno tre personalità:
Ricardo
Kakà, l’attacante brasiliano indimenticato milanista, per
il quale Compagnoni ha scomodato l’epiteto di extraterrestre, Roberto
Baggio, un talento indiscutibile del calcio giocato, forse un po’ meno di
quello in giacca e cravatta, ed infine la giovane promessa fiscianina Nicola Citro.
La curiosità che più di
tutte serpeggiava però nell’aria giàda prima che il giornalista entrasse in una
pienissima Aula Cilento è: come si prepara una telecronaca?
Nel rispondere Maurizio
Compagnoni, non ha potuto sottovalutare l’apporto del web: Oggi le informazioni che prima dovevi cercare spendendo intere giornate
in archivio, le ottieni in pochi secondi.
Anche Mark “assopigliatutto”
Zuckemberg sembra essersi accorto che il cortocircuito tra orizzonte
social-mediale e calcio giocato è più di un’ipotesi: pare infatti che il CEO di
Facebook, stia pensando di acquistare
per la sua piattaforma i diritti del campionato inglese. Se una frontiera del
genere diventasse orizzonte anche qui in Italia come cambierebbe il mondo del
giornalismo sportivo?
Compagnoni è
consapevole di non poter dare una risposta esaustiva a questa domanda veloce
com’è il mondo dell’informazione a mimetizzarsi, ad ibridare linguaggi e
poetiche difficili da contenere in un unico approdo. C’è riuscita sicuramente Sky a
fare sintesi, grazie al supporto di una valente squadra di giornalisti, la poco
trascurabile disponibilità di capitali ed un’incisiva linea editoriale. Le pay
tv hanno avuto senz’altro il merito di aprire l’orizzonte calcistico italiano,
di calarlo in una dimensione più squisitamente Europea, ha chiosato Compagnoni;
ma potrebbe non essere finita qui: la prossima stagione potrebbe essere
addirittura contrassegnata da un graditissimo ritorno in casa Sky.
RICCARDO
MANFREDELLI
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