lunedì 13 marzo 2017

MAURIZIO COMPAGNONI A #DAVIMEDIA: FENOMENOLOGIA DI UN AMULETO ...

Un esercito di tifosi, appassionati di calcio e giovani promesse del giornalismo sportivo ha salutato l’arrivo di Maurizio Compagnoni a Davimedia.
L’incontro, organizzato in concorso con la cattedra di Diritto  del Turismo del Dipartimento di Scienze Giuridiche, ha permesso al giornalista san benedettese, naturalizzato milanese, di raccontare sé stesso ed il suo mestiere attraverso tre parole chiave: Passione, Business e Comunicazione.
La passione è quella che ha guidato Maurizio dagli esordi a dimensione locale, fino al primo esempio di pay-tv, Telepiù, fino ad oggi, a Sky, dove è tra i più apprezzati telecronisti: è lui l’amuleto della Salernitana; pare infatti che ogni volta che il Compagnoni commenta una partita della squadra, l’ultima risale all’ottobre scorso col Benevento, la squadra si porta a casa un risultato positivo.
Ma c’è anche un altro motivo che lega particolarmente Compagnoni alla squadra cittadina: l’Arechi, racconta, ti trascina, e la telecronaca cammina da sola.
Spazio poi ad una finestra sul mondo degli affari che gravita attorno al mondo del pallone: l’Italia, per Compagnoni, ha capito tardi che il calcio non si gioca solo sul campo, ma è anche un brand da esportare in termini di sponsorizzazioni e, soprattutto, diritti televisivi. Un passaggio questo che in altri Paesi è già avvenuto, ed è forse per questo che, in una classifica recentemente pubblicata che guarda agli sportivi più iconici ed anche più pagati del mondo, gli italiani possano contarsi sulle dita di una mano.
A proposito di icone, di ieri e di oggi, il racconto aneddotico del Compagnoni, si ferma, sospinto da una corrente di curiosità mai così forte, su almeno tre personalità:
Ricardo Kakà, l’attacante brasiliano indimenticato milanista, per il quale Compagnoni ha scomodato l’epiteto di extraterrestre, Roberto Baggio, un talento indiscutibile del calcio giocato, forse un po’ meno di quello in giacca e cravatta, ed infine la giovane promessa fiscianina Nicola Citro.
La curiosità che più di tutte serpeggiava però nell’aria giàda prima che il giornalista entrasse in una pienissima Aula Cilento è: come si prepara una telecronaca?
Nel rispondere Maurizio Compagnoni, non ha potuto sottovalutare l’apporto del web: Oggi le informazioni che prima dovevi cercare spendendo intere giornate in archivio, le ottieni in pochi secondi.
Anche Mark “assopigliatutto” Zuckemberg sembra essersi accorto che il cortocircuito tra orizzonte social-mediale e calcio giocato è più di un’ipotesi: pare infatti che il CEO di Facebook, stia pensando di acquistare per la sua piattaforma i diritti del campionato inglese. Se una frontiera del genere diventasse orizzonte anche qui in Italia come cambierebbe il mondo del giornalismo sportivo?
Compagnoni è consapevole di non poter dare una risposta esaustiva a questa domanda veloce com’è il mondo dell’informazione a mimetizzarsi, ad ibridare linguaggi e poetiche difficili da contenere in un unico approdo. C’è riuscita sicuramente Sky a fare sintesi, grazie al supporto di una valente squadra di giornalisti, la poco trascurabile disponibilità di capitali ed un’incisiva linea editoriale. Le pay tv hanno avuto senz’altro il merito di aprire l’orizzonte calcistico italiano, di calarlo in una dimensione più squisitamente Europea, ha chiosato Compagnoni; ma potrebbe non essere finita qui: la prossima stagione potrebbe essere addirittura contrassegnata da un graditissimo ritorno in casa Sky.

RICCARDO
MANFREDELLI


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