di
Riccardo Manfredelli
I grandi cambiamenti annunciati nelle precedenti
conferenze stampa, sono oggi realtà: DliveMedia
diventa un contenitore culturale a tutto tondo, andando oltre la sola
realtà universitaria, con dalla sua una serie di partnership che promettono
un’edizione scoppiettante.
Padrino di questa nuova era è stato Chef Rubio, al secolo Gabriele
Rubini. Il volto di punta di Dmax ha entusiasmato ed
intrattenuto la platea studentesca, lo
scorso 5 Ottobre, presso la Sala Eventi B della Mensa dell’Università degli Studi di Salerno, con un linguaggio diretto,
utilizzato non con la roboante intenzione di “fare il figo” , ma per dire la
verità, spesso celata o messa a tacere dai palinsesti televisivi che barattano
la sana progettualità con una cieca idolatria.
Quel che è certo è che nessun direttore di rete
prostrato al politically correct chiamerebbe mai Chef Rubio per arbitrare, ad
ora di pranzo, la sfida tra la squadra del “Pomodoro” e quella del “Peperone”,
e tantomeno Rubio sarebbe avvezzo a riabilitare Boss sotto mentite spoglie in crisi di assunzioni. Lui non ha
bisogno di travestimenti, quando serve ci mette la faccia ed il fisico. Da
questo spirito è nato, per esempio, il format “Uno sporco lavoro” che tornerà su DMax dal prossimo 30 di Ottobre;
non ci sarà invece una quarta stagione del programma, ormai cult, “Unti e Bisunti”; Rubio racconta così
questo addio: “I meccanismi si stavano sfaldando ed io ho preferito dire di no”.
C’è
chi dice no, canta Vasco Rossi; per fortuna Rubio sa ancora farlo ed è questo
il più grande lascito che ha fatto agli studenti, non per il puro gusto della
ribellione ma perché, nonostante tutto, Rubio crede ancora nel potenziale di un
uomo, che non va mortificato, nella sua capacità di fare gruppo, come accade con
il rugby o lo sport in generale.
A concludere l’incontro una promessa strappata a
Gabriele dal Presidente dell’Adisu
Salerno, Domenico Apicella: Chef Rubio
tornerà a Salerno, da cuoco, in occasione delle Universiadi
2019!.
Ma rispondendo alle domande dei giornalisti, il
Rubini rimane cauto: “I fatti comproveranno le parole del Dottore,
se non sarò io sarà un altro. L’importante è che le Universiadi siano un modo
per far vedere come si fanno le cose fatte bene”.
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