sabato 18 febbraio 2017

FRANCESCO MONTANARI A #DAVIMEDIA: LA SPERANZA E' UNA (BELLA) RESPONSABILITA' ...

Francesco Montanari ha chiuso una settimana ricchissima per gli eventi Davimedia.
L’attore, famoso al pubblico mainstream per avere interpretato il ruolo del Libanese, si è concesso ad una lunga chiacchierata, alla presenza, tra gli altri, degli alunni delle Scuole Medie di Lancusi.
A sentirlo parlare sembra davvero che Francesco sia stato investito di una missione: è come se il suo mestiere di attore fosse il terreno di una lotta epica tra la testa ed il cuore, in cui a vincere è quasi sempre il primo.
Quel quasi è rappresentato da quelli che Francesco definisce due mostri strani: la produzione ed il successo.
La prima rischia di trasformare la cultura audiovisiva in uno stantìo girotondo pop, che si aggroviglia continuamente su se stesso, propinandoci le stesse trame e le stesse facce; il secondo può essere un’arma a doppio taglio specie se, come nel caso del nostro ospite che quando ha cominciato a girare “Romanzo Criminale” era poco più che ventenne, arriva da giovanissimi.
Un modo per uscire da questo circolo vizioso, la sua Ogigia, Francesco l’ha trovata : il teatro.
Tra gli ultimi testi che lo hanno visto sulle scene c’è quell’ “Americani”, che è stato riadattato da un altro graditissimo ospite di Davimedia, Sergio Rubini, che lo scorso ottobre ha conquistato la platea capitolina con un affresco che sviscera senza mezze misure, il mondo del potere capitalistico, dominato  da  dis-valori quali la competizione,  che ci allontanano dalla nostra umanità.
In fondo fare l’attore vuol dire lottare continuamente con la testa ed il cuore contro una situazione limite, un equilibrio precario; e tante sono le esistenze funamboliche sul filo della vita che costellano la carriera di Montanari: non solo quella del Libanese e della sua banda in “Romanzo Criminale”, ma anche quelle descritte da Daniele Vicàri nel suo nuovo film di prossima uscita “Sole, Cuore, Amore”: la descrizione impietosa, senza peli sulla macchina da presa, di un mondo dove le famose tre parole della canzone non bastano più, se non altro perché non si mangiano.
Tocca a noi, chiosa Montanari approfittando della domanda di un giovane nel pubblico; lancia una sfida Francesco, forse la più difficile perché riguarda la speranza che, per quanto nascosta e spesso difficile da decifrare rimane comunque una (bella) responsabilità.
E forse non è un caso che, a proposito di speranza, Francesco figuri nel cast di due opere prime: “Le Verità” del campano Giuseppe Alessio Nuzzo che, in atmosfere thriller, racconta la storia di un “dono”, e “Ovunque tu sarai” di Roberto Capucci, che prende le mosse da un viaggio a Madrid che quattro amici intraprendono per seguire la loro squadra del cuore.

RICCARDO
MANFREDELLI





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