L’incontro con Giampaolo
Morelli è davvero sembrato uno di quei viaggi in macchina che l’attore
napoletano si prepara a riprendere dal 25 Dicembre tutti i giovedì su Raiuno
per la trasmissione Fan Karaoke.
Siamo partiti da Napoli, dove l’enfant prodige Giampaolo, appena dodicenne, inizia la sua
carriera come prestigiatore.
Dopo il cabaret, la folgorazione ed il trasferimento
a Roma per iniziare la carriera d’attore. E’ ricordando quei momenti che
Giampaolo introduce la parola chiave dell’incontro: crisi. Il telefono non squillava e il nostro stava quasi per
mollare tutto e rinunciare al suo sogno, finchè poi ecco Damasco: il primo
ruolo nel cinema che conta, con South
Kensington, dove guarda caso il giovane Morelli interpreta un virgulto in
crisi di prospettiva.
Nella vita di Giampaolo però, oltre alla sua
amatissima Napoli, c’è anche un’altra città, Bologna. E’ lì,chissà se sulle
panchine della Piazza Grande cantata
da Dalla, che nella penna di Giancarlo Lucarelli si è accesa quella scintilla
che oggi è diventata un’icona della serialità di casa nostra: l’ispettore
Coliandro.
Arrivato alla ribalta televisiva della Rai nel 2006,
sotto l’ala protettiva dei Manetti
Bros., anche loro nostri ospiti tempo fa, Coliandro ha conosciuto un periodo
di oblìo lungo sei anni: “Sempre per
colpa della crisi. Voi sapete che cos’è la crisi?. Specialmente voi più piccoli
ne sentirete parlare sempre più spesso, ha raccontato “la nuova iena”
rivolgendosi in particolare ai giovanissimi studenti di Lancusi e Fisciano.
Ma la crisi è spesso anche foriera di nuove
opportunità, così Coliandro è riuscito a
riprendersi quel posto nel palinsesto che gli spettava, e che peraltro i fan
della seriehanno reclamato a gran voce, ed è pronto a tornare presto a tenerci
compagnia con sei nuove avventure; il primo ciak è previsto per la fine di
gennaio del 2017. Un anno, quello che verrà già pieno di impegni per il nostro scugnizzo dal cuore d’oro: a marzo, in
particolare, sempre in tandem coi Manetti, conquisterà il cinema con una
commedia che riprende gli schemi della sceneggiata napoletana “dove si canta e si spara,” e
prossimamente potremo apprezzarlo anche dietro la macchina da presa di un
cortometraggio che tratta un “tema
fondamentale, a cui io tengo molto” afferma Morelli, che si dice pronto al
salto verso la “grande” regia cinematografica solo se e quando sentirà l’esigenza
di raccontare una storia, che non può essere raccontata da altri.
Va veloce come il vento Giampaolo, e proprio quando
pensavamo di averlo afferrato ecco che si dichiara di nuovo in fuga: come i cervelli
raccontati da Sidney Sibilia nella
trilogia di Smetto quando voglio: “Coliandro”
questa volta passerà dall’altra parte della sala interrogatori, andando ad
arricchire la banda di ricercatori
precari raccontati dal giovane regista salernitano.
RICCARDO
MANFREDELLI